Italia - Vattienti (Nocera Terinese, Catanzaro)A Nocera Terinese, un piccolo borgo in provincia di Catanzaro, ogni anno durante la settimana santa, il venerdì pomeriggio ed il sabato che precedono la Pasqua, ha luogo il rito dei Vattienti. Le sue origini sono a dir poco incerte e le prime fonti documentali risalgono all’anno 1618, ma è probabile che il rito sia molto più antico. Secondo alcuni si ispirerebbe alla pratica dell’autoflagellazione diffusa tra i monaci nel medioevo come espiazione dei peccati.
Vattienti, o Battenti, significa flagellanti cioè coloro che si percuotono a sangue. A Nocera Terinese gli strumenti sono due: il cardo e la rosa. Il cardo è costituito da un tondo di sughero in cui sono inseriti 13 (come i dodici apostoli più Cristo) pezzi di vetro appuntiti, con cui il vattiente si percuote la parte posteriore delle gambe. La rosa è un pezzo di sughero ben levigato e viene usato prima del cardo con diversi colpi, per fare affluire il sangue in superficie. Il vattiente è sempre legato, letteralmente, a un’altra figura, l’ecce homo o “acciomu” nel dialetto locale, tramite una corda. L'acciomu è spesso un ragazzino ed indossa una tunica rosso scarlatto e porta una Croce rivestita di tessuto rosso che rappresenta il sacrificio di sangue di Cristo. Il vattiente di Nocera Terinese indossa maglia nera e pantaloncino nero che gli lascia scoperte le gambe dove si flagellerà a sangue. E’ scalzo e in testa porta una caratteristica corona fatta di erbe pungenti, simile a quella che indossano anche i confratelli che portano la statua della madonna, a ricordare la corona di spine del Cristo. Ad accompagnare i vattienti lungo il loro percorso sono anche parenti e amici che bagnano le loro gambe con infusi di vino, aceto ed erbe che portano in una tanichetta allo scopo di disinfettare le ferite provocate dal cardo acuminato. I Vattienti sono solo parzialmente parte della processione della Madonna dell’Addolorata, con i portatori della statua vestiti invece di bianco. La processione serale del venerdì santo esce alle 20.30 dalla chiesa della Annunziata, per farvi ritorno a notte inoltrata, mentre quella del sabato delle 8:30 arriva sino al Convento dei Frati Cappuccini in un percorso molto più lungo e difficoltoso, per fare ritorno verso le 17:30. Durante entrambe le processioni, i portatori fanno numerose soste nei luoghi più sacri della cittadina. Lì si fermeranno alcuni Vattienti per battersi di fronte alla Madonna, ma per poi dirigersi, quasi di corsa, in altri siti venerati e battersi in solitudine, chi per ore, chi per brevi minuti, chi nel silenzio del venerdì notte, chi nel caldo del sabato postprandiale, ma tutti con la fiera e dignitosa consapevolezza di essere parte indissolubile di un cerimoniale insito nella tradizione del borgo e, in quanto tale, indiscutibile, al di là del dolore autoinflitto e al di là del biasimo di chi, “esterno” a questa comunità, giudica questa pratica uno strascico fuori dal tempo di superstizione o fanatismo religioso. |