Spagna - San Firmino (Pamplona)La festa di San Firmino (San Fermín) è una delle feste più popolari del nord della Spagna e viene celebrata ogni anno a Pamplona dal 6 al 14 luglio. La festa ha origini medievali risalenti al XII secolo unendo, come spesso capita in questo tipo di rievocazioni, l’aspetto religioso (la commemorazione il 10 ottobre del martirio di San Firmino, ritenuto il primo vescovo della città) alle motivazioni commerciali, svolgendosi nello stesso periodo un importante fiera del bestiame con annessi eventi taurini, già in voga nel XIV secolo. Poiché la data scelta per ricordare il santo mal si conciliava climaticamente al successo del mercato e degli eventi popolari ad esso collegati, fu deciso di spostare la festa al 7 luglio. Con il passare dei secoli si è annacquata sempre più la componente religiosa all’interno della ricorrenza, anche se rimane molto sentita la celebrazione dei Vespri nella chiesa di San Lorenzo alla sera del 6 luglio e c’è ancora molta partecipazione alla processione di San Firmino il 7 luglio.
L’inaugurazione ufficiale di San Firmino avviene a mezzogiorno del 6 luglio, con il lancio dello “chupinazo”, un razzo sparato dalla piazza del Municipio (Casa Consistorial) tra una folla trepidante che attende il momento, in completo bianco, alzando il tradizionale foulard rosso, simbolo della manifestazione. Essendo la piazza troppo angusta per tutti i festaioli che desiderano celebrarla, il rito viene seguito contemporaneamente nei luoghi più importanti della città, tra cui la scenografica Plaza del Castillo. Da quel momento i locali (e non solo) con il classico completo bianco e foulard rosso sul collo, si riversano in massa per le vie del centro tra balli, canti, schiamazzi, bevute, e assistendo a sfilate ed eventi collaterali (la sfilata dei Giganti e Testoni, bande musicali di quartiere precedute da striscioni satirici, fuochi d’artificio), fino ad ogni alba successiva all’inaugurazione, quando alle 8:00 in punto, ogni mattina dal 7 al 14 luglio, ha luogo l’”encierro”, l’evento più popolare della festa, quando uno sparo segnala l’apertura di un recinto (e un secondo la chiusura) dal quale un gruppo di tori (10 tra tori e buoi) vengono spinti in corsa in un percorso di 850 metri durante il quale, nell’arco di meno di 3 minuti necessari per arrivare all’arena, si troveranno centinaia di arditi (o incoscienti, secondo il punto di vista) uomini (ma negli ultimi tempi sempre più donne decidono di partecipare) che gli correranno davanti cercando di toccarli in corsa senza farsi travolgere, in una prova di coraggio che non di rado lascia sul campo feriti (più spesso travolti dalla folla più che dai tori) e che crea sempre più polemiche per via dello sfruttamento dei tori, parte dello spettacolo loro malgrado, ma soprattutto per la corrida serale. La festa si conclude alla mezzanotte tra il 14 e il 15 luglio, con la preghiera ¡Pobre de mí! cantata fino all’alba dai pamplonesi, al lume di centinaia di candele sotto il palazzo del Comune. |